BeAfundraiser!

fund raising per la scuola

Riporto parte di una notizia apparsa sul Corriere della Sera on line il 5 ottobre 2010.

ANDRIA – A scuola come in chiesa: i banchi possono essere comprati da volenterosi privati e il loro nome sarà impresso per sempre sugli stessi, su un’apposita targhetta. E’ quanto previsto da un apposito bando, «Dedicare i banchi», con cui la Provincia di Barletta-Andria-Trani invita i privati, interessati a «sponsorizzare» banchi e sedie delle scuole superiori, a presentare un’apposita domanda. Il tutto entro e non oltre il 30 novembre prossimo, attingendo le informazioni necessarie sul sito dell’ente (www.provincia.bt.it). (….) Costo della sponsorizzazione completa è 69,80 euro più Iva per banco e sedia. Ma, ovviamente, si possono sponsorizzare anche più di un completo banco-sedia. L’idea è venuta all’assessore all’Istruzione della Bat, Pompeo Camero, che si è trovato a fare i conti con un numero di iscrizioni imprevedibili.

Sono andato a guardare il bando sul sito (in costruzione) della Provincia di Barletta-Andria-Trani. Se volevano trovare un modo per scoraggiare i possibili sponsor, l’hanno trovato grazie alla immancabile e complicatissima burocrazia. Capisco il rispetto delle regole e dei regolamenti, ma l’iter per le donazioni alle P.A. dev’essere più snello, veloce, immediato. Meglio comprare un banco e lasciarlo in forma anonima davanti alla porta della scuola, si fa prima.

Negli ultimi giorni ho letto notizie che riguardano ricerca di sponsorizzazioni non solo per il mondo della scuola ma anche per altre istituzioni pubbliche come le biblioteche comunali (vedi Bologna). Purtroppo, si parla sempre e solo di sponsor e mai di sostenitori periodici o di programmi di fund raising a lungo o medio termine.

Qualcuno mi dice che le donazioni alle P.A. sono “anormali”? Non credo assolutamente, basta farsi un giro negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Germania, Francia per capire che non solo è tutto possibile ma che la partecipazione del cittadino migliora e aumenta il valore del bene pubblico.

I cittadini italiani non donano o donano poco? Non credo sia questione di crisi economica ma di cultura solidale assente o scarsa. A mio parere, il dono non è azione spontanea, tranne in rarissimi casi.

2 Commenti
  1. Riccardo Friede dice

    Ho letto il bando e, beh, che dire: sembra esattamente una chiamata per la fornitura di materiali, manca solo la quantità desiderata. Possibile costruire quella che tu giustamente chiami una *cultura* del sostegno all’istruzione (e quindi alla formazione giovanile e a tutto ciò che il mondo della scuola porta, o dovrebbe portare, con sè sul piano umano e valoriale) se i primi che dovrebbero averlo nel cuore e nella testa al massimo cercano espedienti per coprire un buco di bilancio? Segnalo il bellissimo commento di Massimo Coen Cagli su questo caso: http://bit.ly/a74dcd Ottimo argomento, ne parlerò prossimamente nel mio blog!

  2. Raffaele Picilli dice

    Secondo me non c’è bisogno che sia la scuola a raccogliere fondi. Basterebbe trovare un “mediatore” che, opportunamente regolato, raccolga fondi per loro. Per esempio, si potrebbero creare associazioni ad hoc composte da genitori, docenti e alunni..”gli amici della scuola media G. Garibaldi”..ecc.

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