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Donazione di fondi ai partiti…che caos!

Riporto parte di un articolo a firma della giornalista Fosca Bincher del quotidiano Libero. La situazione è davvero caotica e cambierà di anno in anno…

“Beppe Grillo vive di grandi illusioni. All’indomani della vittoria di  Parma ha esultato: «Abbiamo dimostrato di potere fare politica senza  soldi. A Parma sono stati spesi 6.400 euro di autofinanziamento e  abbiamo vinto, come abbiamo vinto a Mira e Comacchio con poche centinaia  di euro. Devono chiedersi come mai, perché e come abbiamo fatto.  Dovranno confrontarsi con questo».

Sì, quei 6.400 euro di spesa di una lista per vincere le elezioni  comunali a Parma hanno colpito tanti italiani. Probabilmente tutti. Meno  quelli che guidano gli attuali partiti e siedono in Parlamento. Che  evidentemente non si sono chiesti nulla e manco pensano a confrontarsi  con quisquilie del genere. Lo si è visto ieri alla Camera quando il Pd  ha presentato un emendamento alla nuova legge sul finanziamento pubblico  dei partiti per mettere un tetto alle spese elettorali di candidati  sindaci, consiglieri comunali e liste per le amministrative. Si sono  fiondati tutti su quel testo, ognuno ha voluto dire la sua e ne è nato  un tetto fantasmagorico, che avrebbe consentito a una lista che si  presenta alle comunali di Roma di spendere complessivamente 28 milioni  di euro.
Qualcuno ne ha avuto vergogna, perché si stava scrivendo l’esatto  contrario di quel che la nuova legge avrebbe voluto propagandare: un po’  di sobrietà nei costi della politica. L’emendamento è stato accantonato  e poi ripresentato tagliando del 50% quei tetti fantasmagorici che  erano stati ipotizzati. Ma anche nella versione finale è una cosa da  matti. Si è deciso che in una elezione comunale ogni aspirante sindaco  possa spendere per una città con più di 500mila abitanti 250mila euro  più 0,90 euro per ogni componente il corpo elettorale. Fra 100 e 500mila  abitanti il tetto di spesa scende a 125mila euro più un euro per ogni  componente il corpo elettorale.

Regole diverse, ma sempre legate al  numero degli abitanti, per i consiglieri comunali (regola base 0,05 euro  per ogni componente il corpo elettorale più 50mila, 25mila o 10mila  euro a seconda del numero degli abitanti). La terza fiche può essere aggiunta da ciascuna lista, partito o  movimento che si presenta alle comunali: un euro di spesa per ogni  componente il corpo elettorale.

………… ogni lista per correre alle comunali di Roma potrà  spendere 14,7 milioni di euro. Il solo candidato sindaco fino a 2,3  milioni di euro. Una lista a Milano potrà spendere 7,1 milioni di euro,  mentre il candidato sindaco dovrà limitarsi a 1,1 milioni di euro. La  simulazione più evidente è però quella di Parma. Il Movimento 5 stelle è  riuscito a farcela spendendo 6.400 euro? I partiti ci hanno riflettuto  ben bene e a Parma hanno messo un tetto di spesa alla lista di 1,5  milioni di euro. Al candidato sindaco di 267 mila euro. Una follia pura. Se il criterio lì inserito per le comunali fosse preso a riferimento per  le elezioni nazionali, solo per il voto alla Camera dei deputati ogni  partito avrebbe un tetto (si fa per dire) di spesa di 295 milioni di  euro. ………………..

Per recuperare qualcosina intanto se ne era inventata un’altra ancora  l’altro ieri: 38% di detrazione fiscale per i contributi di privati dati  ai partiti fino a 10mila euro. Sono insorte le onlus: a loro solo 19%  di detrazione fino a 2 mila euro. Il pugile suonato e rimbambito alle  corde, preso il nuovo cazzotto, ha cambiato ancora: nel 2012 detrazioni  al 19% per tutti: Partiti fino a 103 mila euro, onlus fino a 2 mila  euro.

Nel 2013 detrazioni al 24% nel 2014 al 26%  per le persone fisiche  che donano sia ai partiti fino a 10 mila euro che alle onlus fino a 2  mila euro. Per le imprese detrazione al 19% per donare alle onlus fino a  2 mila euro e ai partiti fino a 103 mila euro……….”

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