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Fundraising per la politica 31: addio finanziamento pubblico, benvenute donazioni forzate!

Dopo anni di chiacchiere, il premier Letta annuncia l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Abolizione graduale.

Studio il fundraising per la politica da alcuni anni. Personalmente avrei reso i tagli più graduali portandoli a cinque anni, invece dei tre previsti.

L’Italia non è pronta per finanziare i Partiti secondo le loro necessità di budget. Oggi spendono tantissimo per far funzionare le loro strutture e non riusciranno mai a raccogliere i fondi che gli serviranno a copertura dei buchi lasciati dall’abolizione del finanziamento pubblico. Qualcuno si è fatto due conti? Penso di no. Tanti dipendenti purtroppo finiranno in cassa integrazione e tante sedi dovranno essere chiuse o accorpate.

E le sorprese non finiscono qui…

20.000 euro di tetto massimo per le donazioni sono uno specchietto per le allodole. Un tetto dovrebbe fermare le lobby? Ridicolo. Basta guardare cosa succede negli USA.

Il nuovo 2 per 1000 ai Partiti: viene descritto come “destinazione volontaria ”, nella sostanza si garantisce ai partiti una quota del gettito fiscale dell’Ire, cioè le dichiarazioni dei redditi sulle persone fisiche. I contribuenti potranno indicare i Partiti ai quali destinare il proprio 2 per 1000 oppure dichiarare di voler devolvere quella quota allo Stato. Ma se qualcuno non traccerà nessuna “x” sulla propria dichiarazione dei redditi si formerà un nuovo tesoretto che sarà ripartito in modo proporzionale secondo le indicazione dei cittadini. Quindi il 2 per 1000 o lo diamo ai Partiti o allo Stato. Altro che libertà di scelta…

Ecco cosa è stato deciso oggi.

  • Il contributo pubblico sarà ridotto al 40% il primo anno, al 50% il secondo anno e al 60% al terzo anno, per poi essere abolito del tutto nel 2017.
  • Gli unici canali di finanziamento dei partiti saranno le erogazioni volontarie. Dal 2014, saranno previste detrazioni Irpef e Ires dal 26 al 52% per le donazioni di privati e aziende in favore di partiti e movimenti. Ma anche per le spese sostenute per “l’iscrizione a scuole o corsi di formazione politica”.
  • Le detrazioni previste dal disegno di legge corrispondono per le donazioni volontarie al 52% per gli importi compresi fra 50 e 5.000 euro annui e al 26% per le somme tra 50 euro e 20.000 euro.
  • Per le spese sostenute per le iscrizioni a corsi di formazioni politica viene detratto il 52% su un limite di 500 euro per ogni annualità.
  • Dal 2014, invece, si potrà detrarre dall’Ires  il 26% sulle donazioni ai partiti per importi compresi tra 50 e 10.000 euro. Nelle detrazioni non vengono comprese le società e gli enti a partecipazione pubblica e le società per azioni e quindi quotate in borsa.
  • Introdotta la destinazione volontaria del 2 per mille (dal 2016). Il tetto massimo per la copertura statale è di 61.000.000 di euro.
  • Ai partiti sarà conferita una concessione gratuita di spazi (anche tv) e servizi vari (linee telefoniche gratuite, ecc).

Per ottenere i contributi volontari, i partiti dovranno osservare requisiti minimi di democrazia interna. Dovranno anche assicurare la trasparenza e l’accesso a tutte le informazioni relative al proprio funzionamento, anche mediante la realizzazione di un sito internet improntato alla massima trasparenza. Sul sito dovrà essere pubblicato il rendiconto di esercizio corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota integrativa, e il verbale di approvazione del rendiconto di esercizio.

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