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#Fundraising per la #politica n°65: perché sono importanti (e fondamentali) i piccoli donatori

downloadSiamo negli Stati Uniti, precisamente in Utah. Due candidati per un seggio al Congresso, Mia Love e Doug Owens, hanno ultimato le loro rispettive campagne di raccolta fondi. Totale raccolto: cinque milioni di dollari. Una somma enorme per una campagna elettorale, anche negli Stati Uniti. Mia Love ha raccolto la maggioranza dei fondi, quattro milioni e trecentomila dollari.
Mi viene subito da pensare che in Italia, con l’attuale legge elettorale, puoi essere eletto a costo zero…negli USA, ancora si devono sudare il seggio e per questo, la partecipazione dei cittadini attraverso il fundraising è fondamentale.
Ma negli Stati Uniti, l’assunto “se ti sostengo in campagna elettorale, ti voterò” funziona sempre? “Il denaro è il latte materno per la politica, ma non è una garanzia,” ha detto il professor Tim Chambless dell’Istituto Hinckley for politics “anche se gioca un ruolo fondamentale”. Più sono le donazioni da donatori individuali, più un candidato avrà la possibilità di ricevere un notevole numero di voti e sentirsi meno “legato” a grandi donatori (il do ut des derivante da grandi donazioni può essere molto pericoloso..).
E’ proprio grazie alle piccole donazioni che il fundraising può rappresentare un valido termometro per misurare la situazione. La maggior parte del denaro raccolto dai due candidati nello Stato dell’Utha, più di tre milioni e novecentomila dollari, sono arrivati da donatori individuali. Piccole e piccolissime donazioni, da tanti singoli sostenitori. Il fundraising per la politica ha radici ben salde nei paesi anglosassoni con un “sistema culturale” che si è consolidato nei decenni. Da noi in Italia, purtroppo, abbiamo appena cominciato a parlare di semina senza aver ancora arato il terreno.

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