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#Fundraising per la #cultura: il patrimonio culturale e l’arte italiana di fare spallucce

tkrga13fw_chandracarl22In Italia, i musei possono essere di proprietà di tre soggetti: Ente Pubblico (MIBAC e P.A.), Ente privato o Ente misto.
I musei Pubblici sono quelli in maggiori difficoltà: personale scarso, manutenzione costosa, comunicazione scarsa, pubblicità quando possibile, pochi eventi. Mancano fondi e quindi ci si limita all’ordinaria amministrazione e quando va bene, all’ordinaria manutenzione.
Mi domando: “perché a tantissimi direttori di musei pubblici italiani la parola fundraising è sconosciuta?”, “perché in Italia un museo privato ottiene con il fundraising e il marketing risultati inimmaginabili per un museo pubblico?” Eppure siamo nello stesso Paese.
Patrizia Asproni, noto manager culturale e Presidente di Fondazione Industria e Cultura, è favorevole all’uso degli spazi museali per eventi, cene, incontri: “Lo fanno in tutto il mondo, A Torino, nei musei legati alla Fondazione che presiedo abbiamo tariffari precisi”.
Quello che a mio avviso sarebbe necessario è un lavoro a monte del problema. Fin da quando siamo piccoli dovremmo essere “educati alla solidarietà” (cito il prof. Stefano Zamagni) e alla storia dell’arte che rappresenta il filo conduttore delle nostre vite. Come si può sostenere la “Storia” con una donazione senza sentirne il dovere morale? La motivazione deve nascere proprio dall’educazione.

Lo Stato dichiara spesso che mancano soldi per la conservazione e la tutela del nostro Patrimonio. Questo non corrisponde al vero. I soldi ci sono. Sono solo spesi per altro. E in “altro” si racchiude tutta la politica dei diversi governi che si succedono da anni. E’ una questione solo di scelte. Quanto rendono in dieci anni cento euro investiti in cultura e quanto rendono, in dieci anni, cento euro investiti, per esempio, in armamenti?

Per attrarre donazioni, il Patrimonio culturale va aperto al pubblico: di sera, il sabato, la domenica, a cena, a pranzo, per un caffè, per leggere un libro, per festeggiare un compleanno, per ascoltare musica, semplicemente per incontrarsi e godere del bello. Deve rappresentare per tutti un indirizzo certo: sempre aperto, pronto a innovarsi, aperto al proprio territorio e ai giovani. Perché è così scandaloso e irrealizzabile organizzare una cena in un museo? Negli Stati Uniti, musei ricchi di storia e di opere preziosissime, organizzano eventi finalizzati alla raccolta di fondi e nessuno lo trova assurdo o pericoloso. Basta essere vigili.

Se manca la visione del futuro miscelata con buoni doti da manager della cultura, allora non ci saranno speranze per il domani e anche il fundraising sarà fallimentare.
Spesso nella gestione del Patrimonio delle P.A. manca la formazione continua degli operatori, il loro aggiornamento, la capacità di comparare con altre situazioni analoghe per risolvere problemi atavici e la soprattutto manca la voglia di sperimentare. Non c’è propensione al rischio che è la molla dell’imprenditoria ed è forse quella che permette a chi gestisce in maniera privata il Patrimonio culturale, di essere più efficiente ed efficace.

Il fundraising insegna che il donatore va fidelizzato, altrimenti smette di sostenere un progetto. Per questo vanno proposte formule innovative per usufruire e godere del Patrimonio. Per esempio: biglietti di ingresso validi tutto l’anno o per più anni, club e circoli di donatori speciali, programmi di fidelizzazione per donatori e volontari, messa a reddito degli spazi museali, più marketing, più innovazione.

Il fundraising può rappresentare, oggi in Italia, la chiave di volta per trasformare il rapporto tra Storia e cittadini, tra partecipazione civica e tutela della nostra Storia. Il fundraising non è una semplice donazione, non è un’elemosina ma è appartenenza vera a un progetto, a un sogno che si deve poter realizzare. Grazie al fundraising il nostro Patrimonio culturale può essere pensato non solo per i turisti ma per la nostra Comunità.

1 Commento
  1. Gabriele dice

    Penso che la frase:

    “Se manca la visione del futuro miscelata con buoni doti da manager della cultura, allora non ci saranno speranze per il domani e anche il fundraising sarà fallimentare.”

    vada insegnata in tutte le università e business school.

    E’ una grandissima opportunità da sfruttare, speriamo bene 🙂

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