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50 donazioni al minuto: I dati dell’Istituto Italiano della Donazione

Il 3 ottobre, a Roma, l’Istituto Italiano della Donazione ha presentato l’annuale ricerca sullo stato delle donazioni in Italia.

Il Report di ricerca si è basato su diverse fonti dati: sia statistiche ufficiali (Istat) sia fonti amministrative (Ministero della salute, Ministero dell’Economia e delle Finanze), ma anche di indagini ad hoc curate da istituti nazionali di ricerca come Doxa e GfK e l’Indagine sulle Raccolte Fondi dell’Istituto Italiano della Donazione.

Quasi 10 milioni sono i donatori di denaro alle organizzazioni non profit (dati GfK); altri 6,3 milioni donano denaro seguendo vie informali (dati Doxa). Altrettanto alti i numeri di coloro che donano il loro tempo e aiuto: 10,7 milioni partecipano alla vita delle associazioni e organizzazioni non profit frequentandone le riunioni, 6,9 milioni svolgono attività gratuita. In 3 milioni, di cui 2,49 milioni in via esclusiva, fanno volontariato in modo informale, fuori dalle organizzazioni. I donatori biologici sono la terza componente del sistema del dono: 1,7 milioni donano il sangue, 3,2 milioni hanno dichiarato il loro consenso alla donazione di organi e tessuti postmortem.

Questi numeri danno evidenza al grande spazio che il dono nella forma delle donazioni concrete di tempo, denaro e biologiche ha nel mantenimento e nel rafforzamento della struttura della solidarietà civica. Non è semplice stimare il numero complessivo delle persone che donano perché la stessa persona può donare in più modi e i dati di cui si dispone sono rilevati separatamente per ciascuna delle tre forme di donazione. Ma per dare una misura dell’incisività del sistema dono è possibile aggregare i gesti di donazione nelle tre diverse modalità: si arriva, così, a calcolare una stima dell’entità del dono in Italia in un intero anno in 26 milioni di atti di donazioni, scambi tra persone che donano e persone che ricevono la donazione. Che si tratti di tempo dedicato o di denaro, in rapporto alla popolazione vi è un gesto di donazione ogni due abitanti con una media di 50 gesti ogni minuto.

Il 42% delle onp ha aumentato le proprie entrate totali nel 2017, mentre il 33% non ha avvertito alcun cambiamento. Il 35% ha registrato invece una diminuzione. Il calo più drastico riguarda le onp che operano nella cooperazione internazionale. “Negli ultimi anni -ha commentato Cinzia Di Stasio, segretario generale dell’Istituto- avevano avuto prestazioni migliori o uguali al campione generale, mentre nel 2017 hanno registrato una performance di 5 punti percentuali inferiore”. Ad aver abbandonato maggiormente il sostegno alle onp che operano nella cooperazione internazionale sono soprattutto i privati cittadini: sono diminuite del 18% le onp che migliorano la raccolta dagli individui e aumentate del 12% quelle che le perdono. “Crediamo che sia il frutto -ha commentato Di Stasio- di un clima sociale e mediatico ostile alle organizzazioni
che fanno cooperazione internazionale che nel corso del 2017 è stato parte del dibattito più generale sull’immigrazione nel nostro Paese”.
L’indagine IID quantifica anche le fonti da cui proviene la raccolta fondi, confermando che sono i privati cittadini (43%) la fonte più corposa seguita dalle aziende (11%), gli enti di erogazione e fondazioni (9%), la pubblica amministrazione
(9%), le fondazioni di origine bancaria (4%), le fondazioni di impresa (2%). “In crescita -ha aggiunto Di Stasio- le difficoltà delle onp a trovare nuovi donatori: sono il 33% quelle che faticano ad attrarre e fidelizzare nuove persone. Rispetto al 2018 -ha concluso Di Stasio- le stime son prudenti: il 51% delle onp stima un trend invariato, il 27% una regressione e il 24% un aumento”.

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Raise the Wind ha collaborato, per questa edizione, con l’ufficio Sponsorizzazioni e Fundraising dell’Istituto Italiano della Donazione.

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