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Fundraising e politica 29: tutti in fila al bancomat, arrivano i rimborsi elettorali

Per lo Stato è arrivato il momento di versare i c.d. rimborsi elettorali. Quindi, i cittadini si preparano indirettamente a pagare di tasca propria le campagne elettorali.

Riporto parte di un articolo del giornalista Carlo Tecce de il Fatto Quotidiano sui rimborsi elettorali ai partiti. Purtroppo, ancora una volta, la parola fundraising, non compare. Ma forse, è meglio così.

I rimborsi ai partiti esistono ancora, anche se Enrico Letta vuole tagliare e controllare. Non vi preoccupate: a luglio sarà staccato il primo assegno per la prima rata a chi l’ha chiesto: tutti, tranne il Movimento Cinque Stelle. La torta di 91 milioni – tra spese per la campagna elettorale e finanziamenti ai gruppi – sarà divisa per porzioni più grosse. La legge prevede che al sostegno pubblico si affianchi il contributo privato: vanno dichiarate le donazioni oltre i 4.999 euro. In queste pagine troverete un resoconto – nome per nome e cifra per cifra – dei 40 milioni di euro versati ai partiti per le ultime votazioni. Non manca nessuno. Tranne, ancora, il M5S che ha organizzato lo Tsunami di Grillo con sottoscrizioni di poche decine di euro ciascuna.

 Il 27 aprile è scaduto il termine per presentare la rendicontazione delle spese, all’appello mancano Scelta CivicaPdl e Pd. La Lega Nord, visti i trascorsi dell’ex tesoriere Belsito, ha inviato quattro faldoni da migliaia di pagine. Queste spese saranno pubbliche quando verranno convalidate da un comitato nominato all’interno della Corte dei Conti. Ma prima di mostrare le carte, gli stessi di Scelta Civica, Pdl e Pd hanno chiesto di avere la parte spettante dei 91 milioni.

Per adesso, potete divertirvi a capire come Mario Monti sia riuscito a raccogliere oltre 2 milioni di euro profittando di imprenditori-candidati e di tecnici generosi come Enrico Bondi. Vi abbiamo risparmiato l’elenco dei deputati e senatori che versano una quota al partito (spesso detratta dall’indennità), fissata in circa 9.600 euro per il Pdl e quasi il doppio per il Pd: conviene, perché la somma procura un beneficio per l’Irpef con sconti sino al 19%. Ma un giovane candidato, che non dispone di questi soldi, come fa? Viene inserito lo stesso nei listini bloccati grazie al Porcellum?….

…….Vanno poi incrociate le sigle per interpretare il grande aiuto che riceve sempre l’Udc di Pier Ferdinando Casini, seppur ormai estinta. E fa sorridere il ricco Pdl del ricco Cavaliere che conquista ossigeno finanziario con i 5 milioni degli ex di Alleanza Nazionale.”

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