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Conclusa la prima edizione di SFERA Scuola di Politica dell’Università degli Studi di Urbino

Il 19 giugno si è conclusa ad Urbino la prima edizione di SFERA Scuola di Politica organizzata da LaPolis e dall’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. La formazione dei partecipanti è stata a tutto tondo ed estremamente pratica: comunicazione, strategie, analisi, sondaggi, legislazione, fundraising, people raising e molto altro.

Quasi venti docenti per un percorso formativo innovativo e pratico, unico in Italia. La direzione è stata affidata a Luigi Ceccarini, Fabio Bordignon, Ilvo Diamanti e Nando Pagnoncelli.

Questo il mio intervento a conclusione dei lavori.

“La politica in Italia non attrae finanziamenti. Li cerca. I partiti ed i movimenti politici sono fatti anche di persone, di volontari, di militanti e di soldi. Per questo il fundraising ed il people raising sono elementi essenziali.  Le campagne elettorali hanno un costo. Più ampia la circoscrizione, più alto il costo. La democrazia ha un costo e questo non dobbiamo dimenticarlo. Una volta i partiti avevano sedi periferiche e tesserati.

In Italia, a partire dal 2017, il finanziamento pubblico ai partiti è stato progressivamente abrogato a favore di quello privato. In sostituzione dei contributi pubblici, la nuova normativa ha previsto un meccanismo di benefici basati sulle detrazioni fiscali e sulla destinazione volontaria del 2 per 1000. Arriva, anche in Italia, il fundraising per la politica.

Le ricerche sul legame tra soldi e politica, ed in particolare quella di Transparency International Italia, ci dicono che negli ultimi anni la principale fonte di finanziamento dei partiti è rappresentata dalle rimesse dei politici eletti: circa il 60% del totale. Una sorta di autofinanziamento che rischia di favorire i partiti grandi a discapito dei piccoli.

Solo il 4,89 % dei contribuenti destina il 2 per 1000 ai partiti. Al contrario, il 40% destina il 5 per 1000 al Terzo Settore. Non grandi risultati ma tra 2 per 1000 e 5 per 1000 c’è un abisso.  Con la c.d. legge Spazzacorrotti si è cercato di porre rimedio ad alcuni problemi del finanziamento alla politica: trasparenza, conflitto d’interessi, donazioni opache. Non è servito a molto.

La Fondazione Open Polis ha censito tra il 2015 ed il 2019 121 think tank. Secondo Transparency International solo 8 rispetterebbero quanto previsto dalla c.d. legge Spazzacorrotti.  La Commissione Europea ha inoltre raccomandato all’Italia l’adozione di un registro unico centralizzato con tutti i dati del finanziamento della politica.

Le nuove normative non hanno impedito fenomeni corruttivi, piaga già presente durante il finanziamento pubblico. Ci sono carenze nella trasparenza delle relazioni tra politica ed interessi privati. Manca una regolamentazione dell’attività di lobbying. Manca la cultura del dono negli italiani. Forse sarebbe opportuno un maggiore equilibrio tra finanziamento privato e pubblico con l’introduzione di nuove regole e meccanismi. Le esperienze positive, in Europa, non mancano”

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