Fundraising per la politica: cosa non fare mai

Le elezioni regionali erano previste per maggio 2020, sono state spostate. Forse si parla di luglio, settembre o ottobre 2020. Ai candidati si dovrà dare il tempo di organizzare la campagna elettorale più o meno “liberi” dall’emergenza causata dal virus Covid-19.

La democrazia ha un costo. I partiti non ricevono più fondi dallo Stato e l’unica strada è ormai il finanziamento privato (fatto salvo un piccolo finanziamento che arriva dalla Comunità Europea a copertura delle spese per le elezioni europee).

Più che di raccolta fondi, parlerei di fundraising. E, nello specifico, parlerei di fundraising per la politica con le sue tecniche, i suoi tempi e gli strumenti.

Cosa non farei mai nel fundraising per la politica:

  • Pensare di essere negli Stati Uniti e copiare tecniche e strategie
  • Pensare di copiare dal web una campagna di fundraising per la politica. Quello che si trova è spesso made in USA e noi siamo in Italia
  • Pensare di improvvisare
  • Pensare di raccogliere fondi
  • Pensare che i soldi arriveranno facilmente
  • Pensare che non ci siano donatori che abbiano voglia di sostenere una campagna elettorale
  • Pensare che non servano investimenti…tanto ho Facebook!
  • Pensare di partire due settimane prima delle elezioni
  • Pensare di comprare un libro, tipo questo, e copiare pagina dopo pagina senza conoscere i princìpi di base del fundraising per la politica
  • Pensare che bastino una cena, un’iniziativa di crowdfunding o un banner online sul 2 per mille per fare fundraising politico