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#Fundraising per la cultura: il patrimonio che non vediamo

CHAINS_2876308bIn Italia non dobbiamo cercare il patrimonio culturale, dobbiamo essere capaci solo di farlo vivere. Quanti Paesi nel mondo hanno a disposizione quello che abbiamo noi? Basterebbe leggere la classifica dei dieci musei più visitati nel mondo per rendersi che, a stento, l’Italia compare una sola volta e lo stesso si potrebbe fare leggendo la classifica dei primi trenta musei del mondo rispetto al numero di visitatori. Ci sono all’estero musei con opere d’arte di non altissimo livello che riescono ad attrarre più visitatori di un museo italiano che conserva opere inestimabili di Leonardo e Michelangelo. Perché?

In molti paesi europei, nelle Pubbliche Amministrazioni, innovazione, conoscenza, sviluppo, fundraising, marketing, e messa a reddito non sono concetti inesistenti, anzi, sono parte integrante del buon uso del Patrimonio culturale. Questo non vuol dire che la cultura deve essere ridotta a un supermercato ma a “sistema” per diffondere il sapere e ricavarne fondi, visibilità e posti di lavoro.

Programmare nel tempo azioni ed eventi non è semplice ma diventa necessario quando devi attrarre sostenitori e sponsor. Ogni piano di valorizzazione culturale dovrebbe avere almeno quattro obiettivi: generare concorrenza, generare senso di appartenenza ad una Comunità (vado al museo non solo per vedere le opere d’arte), generare energie nuove e posti di lavoro (investendo specialmente sui giovani) e generare utili economici (“senza soldi non si canta messa”). Queste azioni devono essere pensate con un’ampia visione del futuro e quindi programmate su più anni..utopico? Non lo so, ma ci sono altre soluzioni per conservare il Colosseo, Pompei e i Bronzi di Riace?

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