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Fundraising per la politica 37: Presentato il secondo Rapporto “analisi comparativa sul fundraising per la politica in Italia, USA e UK”

Presentato questa mattina alla Camera dei Deputati con i tesorieri di PD e PDL il Rapporto 2013 “Fundraising per la politica” L’indagine  realizzata da Raffaele Picilli e Flavio Giordano per Centro Studi sul Non Profit e promossa da Competere.eu, mette in comparazione il sistema di finanziamento dei movimenti politici italiano con quello di Gran Bretagna e Stati Uniti d’America

L’indagine  mostra come nel 2013 in Italia solo il 45% dei partiti ha utilizzato tecniche di fundraising per raccogliere fondi in maniera professionale, contro il 44% del 2010. Sempre in Italia solo il 25% dei partiti raccoglie i dati dei propri donatori e questa percentuale non ha subito modifiche dal 2010. In USA e Gran Bretagna tutti i partiti, invece, raccolgono fondi da sostenitori privati e aziende e il 100% di essi documenta e pubblica i dati dei propri donatori.

Un altro filone dell’analisi, ha poi interessato la trasparenza dei bilanci del sistema partitico. In Italia, solo il 40% dei partiti pubblica on line il proprio bilancio e solo il 5% ha un sistema di ricerca, formazione e organizzazione dei volontari. I dati che emergono dalla ricerca sono preoccupanti: in Italia, ad esempio, una piccola associazione di volontariato raccoglie fondi meglio e in maniera più trasparente del 95% dei partiti politici. Il Rapporto 2013 dal punto di vista metodologico ha messo a confronto l’utilizzo di tecniche di fundraising e people raising da parte dei partiti politici operanti sui territori di Italia, Stati Uniti e Regno Unito utilizzando, come strumento di analisi, tra gli altri, i siti web dei movimenti politici presi come campione.

L’aggiornamento 2013 della prima ricerca sul fundraising per i partiti politici ha preso in esame venti partiti in Italia, quattro negli Stati Uniti e tre nel Regno Unito. Sul fronte della trasparenza e della corretta comunicazione agli elettori il Rapporto rileva poi che solo una minima percentuale dei movimenti politici italiani ha un sito web nazionale in grado di offrire al cittadino tutte le informazioni necessarie per la donazione di fondi e solo il 5% dei partiti consente ai cittadini di poter fare volontariato all’interno delle loro strutture in maniera ben organizzata e strutturata. Negli USA e in Gran Bretagna lo incentiva la totalità dei partiti, avvicinando molto il cittadino alla politica.

“Abbiamo voluto accendere i riflettori su questo studio – dichiarano il Presidente di Competere.EU Pietro Paganini ed il Segretario Generale Roberto Race – perché il tema dei costi della politica è alla base della disaffezione dei cittadini verso le istituzioni ed i partiti. Tale disaffezione complica il dibattito e quindi l’elaborazione di nuove proposte, conferendo alla politica un senso di impotenza. In questo momento la politica non sembra in grado di affrontare la questione e proporre quindi soluzioni efficaci che non gravino più sui contribuenti. Solo con un rinnovato rapporto tra cittadini ed eletti si potrà lavorare al rilancio del Paese.

Questa ricerca è parte di un progetto più ampio curato dal Centro Studi sul Non Profit e da Competere.EU, cioè un libro-indagine sul fundraising in Italia che intende gettarne le basi per la sua diffusione in futuro”. “Il futuro del fundraising per la politica – dichiarano il Presidente del Centro Studi sul Non Profit e Senior Fellow di Competere.EU Raffaele Picilli e l’esperta di comunicazione politica e Fellow di Competere.EU Marina Ripoli – appare non troppo lontano vista la discussione, ancora in corso, in Parlamento sull’abolizione dei finanziamenti pubblici diretti. Con la nuova legge, se approvata, i partiti dovranno attrezzarsi per raccogliere fondi in modo diffuso, coinvolgendo i piccoli sostenitori. Il “come” lo spiegheremo attraverso questo libro in uscita a Gennaio sulla comunicazione e sul fundraising in politica. In particolare solo una comunicazione politica tesa alla trasparenza e alla costruzione di identità e senso condiviso può riaprire un canale di interlocuzione con i cittadini”.

Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti i tesorieri nazionali di PD e PDL Antonio Misiani e Maurizio Bianconi (le dichiarazioni sono online sulle agenzie).

L’abstract del Rapporto 2013 comprensivo di grafici è scaricabile all’indirizzo: https://drive.google.com/file/d/0Bx2Kf3dQShWqamdZeUNLMVpTQ0k/edit?usp=sharing

2 Commenti
  1. Alberto Cuttica dice

    Caro Raffaele,
    la ringrazio per la diffusione dei dati, di grande interesse e aperti a molte riflessioni.
    Dal nostro punto di vista, quando come consulenti in fundraising ci siamo occupati (in percentuale minima) di partiti si è di fatto confermato ciò che emerge dallo studio, cioé la distanza da colmare per poter parlare sul serio di fundraising politico, in modo almeno comparabile con altre nazioni.
    Di fatto l’adozione di un singolo strumento è sintomatico della lontananza culturale da una disciplina che per sua natura integra diversi componenti verso un obiettivo strategico di lungo periodo.
    Vedere che il 75% dei partiti non raccoglie i dati dei donatori, significa che per il momento un grado perlomeno minimo di maturazione sul tema è proprio di una percentuale ancora molto bassa di partiti.
    Piuttosto, da osservatori notiamo un certo interesse piuttosto a livello di sezioni locali/regionali: sta aumentando la richiesta di corsi di formazione e consulenza da parte di singole articolazioni, probabilmente meno legate a logiche organizzative più complesse. Prendiamolo come un segnale positivo per il futuro.
    Cordiali saluti
    Alberto Cuttica
    engagedin.net

  2. Raffaele Picilli dice

    Il fundraising è un campo minato. Alcuni pensano che si possano fare miracoli ma serve tempo e metodo, speriamo che la politica si avvicini al fundraising nella maniera giusta.
    Grazie per aver commentato la ricerca! Cordiali saluti. RP

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