Vorrei fare il fundraiser….

Qualche tempo fa mi sono fermato a parlare di lavoro con un collega. Mi faceva notare quanto sia fondamentale, nel nostro, come in tanti altri, la c.d. “gavetta”. Concordo pienamente.

Ad entrambi, arrivano mensilmente diversi curriculum vitae di ragazzi e ragazze che vorrebbero lavorare nel settore. Molti C.V. sono fatti male o carenti (..saper usare un computer e conoscere l’inglese serve..), molti aspiranti non hanno avuto esperienze nel volontariato (e ci volete lavorare??) oppure la formazione universitaria o post universitaria non è proprio attinente alle materie che trattiamo. Naturalmente, tutto è possibile, anche se mancano le basi necessarie. Basta metterci impegno e coraggio ed iniziare a studiare.

Va benissimo fare formazione all’estero, tirocini, stage..ecc…ma alla fine dovrete raccogliere fondi in Italia. Le tecniche di fund raising sono quasi sempre le stesse, ma l’Italia è lunga e stretta e cambia velocemente il territorio, l’economia ed anche il sentire la “solidarietà”.

Inoltre, essere stati volontari o essere volontari è importate per capire tempi e dinamiche del non profit.

Lo so, non è facile ma nemmeno impossibile se c’è vera passione e pazienza, responsabilità, voglia di imparare e di confrontarsi. Se non siete curiosi, lasciate perdere. Se volete diventare ricchi, non so come si fa… e non so se questo è il settore per voi. Poi c’è sempre la truffa, ma è altra questione.

Da Wikipedia. “Gavetta: normalmente con il termine fare gavetta viene indicato un periodo di sacrifici finalizzati ad imparare un mestiere, con il significato di iniziare dal basso”

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