Fundraising per la politica: aspettando il 2 per 1000

 

A partire dal 2014, i finanziamenti pubblici ai partiti politici sono stati ridotti in maniera graduale: nel 2014 del 25%, nel 2015 del 50%, nel 2016 del 75% ed eliminati definitivamente nel 2017. Dal 2014 è finalmente entrato, nel mondo della politica italiana, il termine fundraising.

Il fundraising, non la semplice ricerca di fondi, rappresenta uno strumento pressoché nuovo per la politica che, aggregando e coinvolgendo sostenitori, garantendo la fidelizzazione dei donatori/elettori, permette a candidati, partiti e movimenti politici di contare su solide basi economiche, su una comunicazione e su una partecipazione nuova.
Dopo il 4 per 1000, l’8 per 1000, il 5 per 1000, nel 2014 arriva in Italia il momento anche del 2 per 1000 a sostegno della politica. Un metodo di finanziamento indiretto già testato con successo per il Terzo Settore e le confessioni religiose.

Il 2 per 1000 doveva rappresentare il cardine del sistema per sostituire il finanziamento pubblico ai partiti: non lo concede più lo Stato ma i cittadini. Purtroppo, le percentuali di adesioni sono state, da subito, bassissime. Su 41 milioni di contribuenti, oggi poco più del 3% utilizza questo sistema di finanziamento indiretto.

Nella dichiarazione dei redditi, al contribuente il 2 per 1000 non “costa nulla” e per assegnarlo non deve seguire processi complicati, basta un codice e una firma. Eppure, non interessa a tanti. Perché non funziona ancora bene? Non funziona perché manca una cultura del dono diffusa a sostegno della politica e perché le tecniche di fundraising sono lontane da molte segreterie e da molte tesorerie. Ci sono politici, in Italia, che credono che chiedere soldi a sostegno di una campagna elettorale sia fare la questua. Non è così. Se fosse vero, gli Stati Uniti sarebbero pieni di questuanti a cominciare dall’attuale presidente Biden.

Nel 2020, il 2 per 1000 ha dato risultati in leggero aumento rispetto all’anno precedente. Il Partito Democratico e la Lega si confermano ai primi posti con 7,4 e 2,3 milioni, ma perdono rispettivamente un milione e quasi 700mila euro rispetto all’anno prima. Perde anche Forza Italia: solo 575mila euro. Italia viva raggiunge 725mila euro da 45mila contribuenti. Quasi stessa cifra per Azione ma con meno di 30mila firme. Chi sale è sicuramente Fratelli d’Italia che arriva ad avere oltre i 2 milioni di euro. Fratelli d’Italia passa da 93.800 a oltre 164mila contribuenti sostenitori. Segue, in perdita, la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania: 646mila euro da 57mila persone. I Verdi raccolgono 616mila con 53.451 firme, seguono Italia viva con 45mila scelte e Più Europa, che cala da 51mila a 41mila firme e prende 609mila euro. Seguono poi partiti più piccoli con somme che vanno dai 300 ai 150mila euro.

Il 2 per 1000 rappresenta sicuramente il termometro per misurare la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica del nostro paese, non ne abbiamo molti altri. Il fundraising, con le sue tecniche e i suoi messaggi, è la sola speranza per ridare vigore ad un rapporto, ormai logorato, tra elettori ed eletti.

Per approfondire l’argomento consiglio due testi da utilizzare: Raffaele Picilli-Marina Ripoli: “Come raccogliere fondi per la politica” Rubbettino Editore oppure Raffaele Picilli – Marina Ripoli “Fundraising e comunicazione per la politica” Rubbettino Editore