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#fundraising per la #politica n°124: cosa faccio se mancano i soldi?

Dalla lettura dei bilanci di quasi tutti i partiti, si comprende chiaramente che l’abolizione del finanziamento pubblico ha portato ad un vero disastro: dal licenziamento del personale amministrativo, alla chiusura di sedi centrali e periferiche, dalla riduzione degli investimenti elettorali ad un crescente indebitamento. Nell relazione al bilancio 2017 di Forza Italia si legge « Il presidente Berlusconi ha provveduto a saldare in qualità di fideiussore gli ultimi debiti esistenti nei confronti delle banche per un importo di 43,9 milioni. Il presidente è così divenuto il nuovo creditore nei confronti di Forza Italia»

Alla mancanza di soldi, purtroppo, si sta cercando di risolvere con i tagli. Questo vuol dire chiaramente che il fundraising non è ancora preso in considerazione come soluzione.
Purtroppo, l’idea che il fundraising sia una semplice raccolta di fondi è molto diffusa. Non si concepiscono la cura del donatore, il rapporto periodico con lo stesso, l’uso del database per la gestione dei sostenitori, la trasparenza, la rendicontazione e la comunicazione mirata e regolare verso chiunque sostenga un progetto o una causa. Tutto questo lavoro ha sicuramente bisogno di professionisti, competenze e tempo.

Oggi, la maggior parte dei cittadini non dona fondi alla politica e non prende nemmeno in considerazione la possibilità di farlo perché ha una negativa idea preconcetta: la politica non merita di essere finanziata o peggio, certa politica non esprime valori.

L’acqua caduta dal vassoio non torna indietro. (Proverbio giapponese)

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